21/04/2016 I gesti di Francesco contro le paure

di Andrea Riccardi

Fonte: Famiglia Cristiana

I muri sono una scelta miope, fintamente protettiva. Bergoglio ha parlato con semplicità evangelica

Avevamo già segnalato il valore della visita di Francesco a Lesbo. Ma l’evento è andato ben oltre le previsioni. Il Papa non ha solo parlato ai rifugiati, ma ne ha portati 12 (musulmani) con sé, dicendo con questo gesto di non aver paura di loro. Lesbo è l’estrema frontiera europea. Lì approdano tanti per venire nel Vecchio continente. Hanno alle spalle guerre e viaggi pericolosi. Troppi sono morti in mare. Proprio sulla frontiera europea, il Papa ha parlato all’Europa. Qui stanno risorgendo le frontiere, che divengono muri. Ha cominciato l’Ungheria; altri l’hanno seguita. C’è stata la vergogna anglofrancese di Calais. Perfino la Macedonia s’è difesa con una barriera dai rifugiati. Ora l’Austria fortifica il Brennero. Alla Grecia e all’Italia è stato lasciato, per un po’, il compito di fare da campi di raccolta. Ora – con l’accordo tra Ue e Turchia – il Governo di Ankara deve frenare i flussi (e riceve un congruo aiuto e un diverso trattamento politico).
È la logica dei muri in unEuropa così gelosa del proprio orticello da non mettere in comune l’azione dei servizi di sicurezza di fronte alla sfida terroristica.
I muri sono una scelta miope, fintamente protettiva. Ma che fare?, si controbatte. Gli europei non possono farsi sommergere da una marea di stranieri (e musulmani).
Francesco da Lesbo ha parlato all’Europa della paura con semplicità evangelica, ma anche con la saggezza d’una Chiesa che, più volte, ha visto le frontiere diventare muri e generare conflitti. Erano con il Papa il patriarca ecumenico Bartolomeo e l’arcivescovo di Atene Ieronymos. È necessario che i cristiani europei parlino con un’unica voce sul problema dei rifugiati. L’incontro di Lesbo deve dare inizio a una testimonianza ecumenica e sinodale, di cui ha bisogno la coscienza europea. Il Papa propone ponti. “Ponte” significa anche una politica consapevole nel mondo attorno a noi. Prima di tutto contro la guerra, che genera l’esodo dal Medio Oriente. Ma c’è un altro tema: aiutare lo sviluppo dell’Africa e responsabilizzare i suoi Governi. La proposta del Governo Renzi per impegnare l’Ue verso i Paesi africani (nel senso dello sviluppo e dell`azione sui migranti) va in questo senso. Se l’Europa non riprende generosamente a fare politica nel Mediterraneo e in Africa, finirà vinta e paurosa dietro un muro.

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