28/10/2016 Il paradosso della Chiesa di Francia

di Andrea Riccardi

Fonte: Corriere della Sera - SETTE

Ha subìto attacchi che volevano ridurne il ruolo sociale. Eppure oggi chiede una più ampia laicità purché favorisca integrazione e convivenza

L’assassinio di padre Jacques Hamel, l’anziano sacerdote di Rouen colpito nel luglio 2016 dai terroristi, ha scosso la Francia. Dopo la tragedia, il discorso pubblico della Chiesa cattolica è stato forte e responsabile. Nella poca chiarezza dei discorsi della classe dirigente francese, l’episcopato ha espresso una visione (non confessionale) sul futuro della Francia multiculturale, in cui molti temono la radicalizzazione islamista. La Conferenza dei vescovi di Francia ha pubblicato, recentemente, un documento sul Paese, Dans un monde qui change, retmuver le sens du polilique «Il vivere insieme è ormai infragilito, attaccato, a pezzi», dichiarano i vescovi, ricordando come le idee tradizionali di nazione, patria e Repubblica siano in discussione e, per tanti, non rappresentino più molto a differenza del passato. La crisi non è l’occasione – come talvolta avviene nell’apologetica religiosa (cristiana, ma anche musulmana) – per invitare a un ritorno ai valori religiosi, fondanti la società. Da parte loro, i vescovi provano ad analizzare “laicamente” le condizioni in cui è possibile vivere insieme in una Francia complessa, non più nazione omogenea, soprattutto con una notevole comunità musulmana (su 64 milioni di francesi, circa sei appartengono all’Islam). Il terrorismo islamista non può essere accreditato come responsabilità dei musulmani francesi. Il presidente dei vescovi francesi, monsignor Pontier, arcivescovo della multietnica e mediterranea Marsiglia, l’ha dichiarato in un’ampia intervista a Le Monde, aggiungendo che gli attentati non devono essere strumentlalizzati per attaccare i musulmani, anche se una parte dei francesi sono preoccupati: «Non ci sono che due soluzioni: o arriviamo a trovare la strada del vivere insieme o ci facciamo la guerra», conclude. In fondo, gli allarmi servono solo ad aumentare la tensione. Monsignor Pontier ha affermato: «Per la Chiesa, è possibile vivere insieme. Bisogna riuscirci favorendo gli incontri e tutto quello che si può ‘fare’ insieme».

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