31/01/2014 Quel filo di fraternità da Wojtyla a Francesco

Dal viaggio in Terra Santa uscirà un messaggio di amicizia

di gigasweb

Fonte: Famiglia Cristiana

Il dialogo tra ebrei e cattolici
Il 27 gennaio si celebra la Giornata della memoria. Quel giorno, nel 1945, sí aprirono i cancelli di Auschwitz. Non è una memoria che appassisce con il tempo. Le nostre città sono piene di lapidi a futura (o perenne) memoria per fatti e persone poi dimenticate dalle generazioni successive.
Non accade così per la Shoah. La voce dei testimoni ha fatto comprendere in modo vivo l`abisso di male dell`eliminazione degli ebrei. Nel cuore della Seconda guerra mondiale, l`Europa è scesa nell`abisso, negando la sua civiltà. Questo è avvenuto ad Auschwitz, crocevia di varie storie di dolore accanto a quella ebraica (come il genocidio degli zingari). La Shoah ci ricorda quanto male portano l`antisemitismo, il nazionalismo divenuto idolatria della razza e la gabbia dell`ideologia che uccide il senso umano. Con il tempo, la memoria cresce e diventa un riferimento fondamentale per la nostra cultura europea.
 
UN GRANDE PASSO AVANTI. Anche la Chiesa cattolica, grazie al Vaticano II, a Giovanni XXIII e a Giovanni Paolo II, ha compiuto un grande passo in avanti verso gli ebrei. Innanzitutto con il ripudio dell`antisemitismo cristiano. E poi con una comprensione fraterna tra Chiesa cattolica e popolo ebraico.
La visita di papa Wojtyla al Tempio maggiore degli ebrei romani nel 1986 ha espresso bene questa visione: gli ebrei sono fratelli maggiori. Le relazioni tra ebrei e cristiani sono divenute fraterne, pur nella diversità delle tradizioni religiose. È finito il tempo del disprezzo, si apre quello della fraternità: lo si vede in un libro di dialogo tra il rabbino argentino Abraham Skorka e il futuro papa Francesco, Il cielo e la terra. È un modello di dialogo nel calore umano, discutendo dei temi dell`attualità religiosa e sociale del mondo.
Francesco andrà in Terra Santa in maggio. È un viaggio complesso, ma da cui certamente emergerà il messaggio di amicizia dì cui il Papa è testimone.
Lui stesso incarna una nuova stagione di rapporto con l`ebraismo: vivere insieme le grandi problematiche spirituali. È la grande sfida per dare anima a questo tempo di globalizzazione.
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