23/04/2012 “Non serve il partito dei cattolici ma tutti devono rinnovarsi o l’antipolitica avrà la meglio”

di gigasweb

Fonte: La Repubblica

ROMA – Non è più tempo per un partito dei cattolici, ma per il rinnovamento dei partiti e della p olitica sì. Unico argine all`onda di populismo che rischia di travolgere tutto. Il ministro della Cooperazione Andrea Riccardi parla della domanda di austerità che sale dal Paese, ma anche di un «ethos democratico» da rilanciare. Attraverso la politica.

Ministro Riccardi, tutto è in movimento nella politica italiana. Entrerebbe nel progetto centrista che Casini sta portando avanti?

«Da ministro tecnico preferirei non esprimermi su questa o quella iniziativa. Ma sono convinto che i partiti siano decisivi per la democrazia. E guardo con interesse al loro rinnovamento. Infatti il rinnovamento e la proiezione politica che si stanno manifestando in queste ore sono il segno di come la sfida sia stata raccolta. Questa stagione di transizione politica può essere occasione per un rinnovamento dei partiti stessi. Il governo dei tecnici non comporta una messa in mora dei partiti: è grazie al loro appoggio che è nato questo governo.

Anche il Pdl di Berlusconi e Alfano preannunciano novità. «Ribadisco: non parlo di un partito ma dei partiti. Ci sono delle differenze storiche tra loro. Ma c`è anche un sistema democratico che va preservato dalla crisi e sviluppato. E c`è un ethos democratico da rilanciare. È questo che la gente si aspetta».

Ma prevede anche lei una scomposizione degli stessi partiti dopo le amministrative?

«L`idea di scomposizione è un termine che risente un po` troppo di una mentalità muscolare o di giochi di Palazzo. Bisogna invece rispondere alla domanda di futuro e di politica che viene dalla gente».

La preoccupa il vento di antipolitica che spira forte?

«Sì, l`antipolitica mi preoccupa molto. Credo che questo paese abbia bisogno di più politica e di una politica diffusa e partecipata dalla gente. E parlo di partecipazione attiva, non solo attraverso il voto. In ogni caso, i partiti restano strumenti essenziali per condividere idee e passioni, perché senza idee e senza passione non si costruisce. Il rischio dell`antipolitica c`è. Ma il governo tecnico non ha mai inteso cavalcarla. Né ha mai considerato la politica democratica uno stanco rito cui sottoporsi. Certo, il Paese chiede a tutti di essere attenti alle spese, di prendere atto delle difficoltà che tuttivivono. Ma l`antidoto all`antipolitica è una buona politica».

E ritiene che si stia facendo abbastanza? Sui rimborsi elettorali per esempio si registrano ancora
resistenze.

«Io posso parlare della mia attività ministeriale. Ho concentrato tutte le risorse destinate alla famiglia non su convegni o altre attività analoghe, ma per l`aiuto ai nuovi nati, ai bambini e agli anziani. Penso che ognuno debba fare la sua parte, tenendo presente la sofferenza che c`è nel Paese. Credo sia interesse di tutti una linea di austerità e di intelligente uso delle risorse. Già don Sturzo, in anni lontani, intravedendo la crisi della partitocrazia aveva proposto correttivi, rimasti irrealizzati».

Ministro, che ne sarà dei cattolici in politica da qui a un anno? La spinta di Todi si è già esaurita o qualcosa può nascere in vista delle Politiche?

«Con Todi i cattolici hanno espresso l`esigenza di un governo forte, consapevoli dell`emergenza che attanagliava il Paese. Oranon si può parlare dei cattolici come di una corrente che battezzerà un nuovo partito. Però i cattolici sono una patrimonio di idee e di energie con cui interagire. Di certo non sono un
partito ma sono una rete radicata tra la gente».

Lei pensa di restare in politica dopo questa esperienza di governo?

«Sono molto attento da sempre e in modo appassionato ali` evoluzione della politica italiana. Tuttavia
sono molto concentrato fino al 2013 nel portare avanti l`attività di governo nel campo della cooperazione, dell`integrazione e per cercare di aiutare le famiglie. Il tempo è poco e il lavoro è  immenso per le mie modeste spalle. Dopo il 2013 penso di tornare a fare quello che ho sempre fatto. Anche se non archivio la voglia di dare un contributo pensato alla crescita della cultura politica di questo Paese».

Concorda con chi ritiene che il presidente Monti debba restare dopo i12013?

«Non mi permetterei di commentare perché decisioni simili sono del Parlamento, dei partiti e, soprattutto, del capo dello Stato. Ma credo che l`opera di governo del presidente Monti sia preziosa
per il nostro Paese. È un giudizio che sento confermato nei miei viaggi per il mondo».

Non mancano fibrillazioni nella maggioranza. Esiste ancora il rischio di elezioni anticipate a ottobre?

«Non dobbiamo aver paura delle discussioni. Ogni discussione non è un incidente politico. Mi sembra che il periodo che ha a disposizione questo governo sia già abbastanza breve per fare le cose che il Paese esige. Mi auguro che il governo possa arrivare alla fine della legislatura. Ma so anche che non dipende da me».