03/01/2012 Senza una rivolta morale L’ITALIA NON HA FUTURO

di gigasweb

Fonte: Famiglia Cristiana

DALLA CRISI SI ESCE CON L'IMPEGNO DI CIASCUNO DI NOI

La crisi economica non passa. La Finanziaria impone gravi sacrifici. Le famiglie (dal basso reddito) pagano un prezzo assai pesante. Non lo dicono le statistiche, ma l'esperienza quotidiana di tanti. La gente vede restringersi non solo il proprio piccolo benessere, ma anche gli spazi vitali. Soffre e si intristisce. E sempre più difficile far famiglia. Tutti vorrebbero, dopo questa crisi, un futuro migliore per l'Italia. Ma arriverà?

La recessione riguarda il sistema internazionale. Ma le responsabilità della politica italiana sono chiare. l politici non hanno ridotto i loro privilegi (un parlamentare italiano prende 11.000 euro mensili contro i 7.000 di un francese e i 2.921 di uno spagnolo). La Finanziaria poteva essere un'occasione per dare un segnale. Ma non guardiamo solo al Palazzo! Proviamo a capire gli italiani oggi, chi siamo: c'è poca voglia di lottare per un destino migliore. C'è poca speranza che sia possibile. Il Censis parla di italiani «scollegatí dal passato e senza futuro».

Non c'è futuro senza storia: soprattutto in Italia, ricca di vestigia e monumenti (la ricchezza del nostro Paese). Ma ta cultura urnanistica e la storia sono poco considerate. Un piccolo esempio: nella valutazione dei professori universitari, si daranno più punti a un articolo in lingua straniera e su una rivista d'altro Paese che a un libro scritto in italiano. Ma un libro fa crescere la cultura e la memoria nella nostra lingua.

Non conta la storia. Ma la storia dà il senso di essere una comunità nazionale. Il nostro tempo è, invece, dominato dal "presentismo". Sembra efficacia e modernità. Tutto si gioca nel presente; tutto si consuma nell'oggi. Non ci sono pensieri "lunghi" e nemmeno sogni. Gli italiani consumano e non investono sul futuro: cercano benessere o godimento immediato. Negli ultimi dieci anni, i consumi sono aumentati del 7 per cento e gli investimenti sono scesi dell'i per cento.

Censis conclude così il suo ultimo rapporto: «Mancano le passioni, conta quello che provo nel presente, non la tensione che porta a guardare lontano». Ma senza futuro presente ingrigisce e si frammenta in tanti segmenti individuali. Senza sacrifici non si costruisce niente per un dornani migliore. Non possiamo solo lamentarci, pur avendo vari motivi per farlo. Il problema è un altro. Bisogna rivedere presto la scala dei valori e le priorità di ognuno.

È un processo che comincia anche da me. Nessuno può impedirmi di avere un'altra visione della mia vita, nuovi obiettivi e nuovi valori. Ci vuole una rivolta spirituale che parta dai singoli. Cosi rinasce la speranza: nella vita di uno, molti… Così rinasce la voglia di fare e di intraprendere. Solo una visione spirituale e ideale darà la forza di sperare. E ci libererà dalla dittatura dei consumi materiali che riempie la vita, ma non offre né felicità oggi, né slancio verso il domani.

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